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Trento, 10 novembre 2009
Istituzione del nuovo Comune di Comano Terme
(L.R. 13 novembre 2009, n. 7)

Intervento di Roberto Bombarda consigliere dei Verdi e Democratici del Trentino
in discussione generale nella seduta del Consiglio regionale
di martedì 10 novembre 2009

Egregio Presidente, egregi Colleghi,

ci ritroviamo a qualche mese di distanza dall’approvazione della legge regionale istitutiva del Comune unico della Val di Ledro per discutere e, spero vivamente, per approvare un nuovo disegno di legge che si occupa della stessa materia, cioè la fusione di due Comuni per dare vita ad un’unica nuova amministrazione. In questo caso il nuovo Comune sarà quello di Comano Terme, chiamato a portare avanti il testimone dei Comuni di Lomaso e Bleggio Inferiore nelle Giudicarie.

Per il Trentino si tratta di un nuovo importante messaggio che va interpretato in diverse direzioni. Perché nella situazione di grande frammentazione che caratterizza i Comuni trentini – attualmente sono 223, quasi il doppio rispetto all’Alto Adige/Suedtirol che presenta una popolazione pressoché pari a quella trentina – ogni processo che porta alla semplificazione del quadro amministrativo ed al rafforzamento degli enti locali deve essere salutato positivamente. Questa è anche, purtroppo, l’epoca delle divisioni e dell’individualismo e dunque è apprezzabile rilevare come le popolazioni di due diversi Comuni contermini abbiano deciso di portare avanti un percorso unitario. Evidentemente le Amministrazioni di Lomaso e di Bleggio Inferiore hanno saputo fare proprio il motto di uno dei cittadini più importanti che lì sono nati ed hanno vissuto, vale a dire don Lorenzo Guetti, padre fondatore della cooperazione trentina ed uno dei “giganti dell’Autonomia trentina”, che affermava appunto: “l’unione fa la forza”.

Il percorso affrontato con successo dai due Comuni giudicariesi non può certamente essere esteso sic et simpliciter  a tutti i Comuni trentini. Però il messaggio che porta è molto chiaro e l’avvallo popolare nelle dimensioni così ampie come quelle risultanti dal referendum del 27 settembre scorso dimostra che vi è stata grande partecipazione e grande condivisione. E che probabilmente vi è grande attenzione e grande condivisione su una simile soluzione anche in moltissimi altri ambiti comunali, che nel prossimo futuro potrebbero avviare identico percorso. Anzi, sul tema della riduzione dei costi e del miglioramento dell’efficienza della pubblica amministrazione attraverso l’accorpamento dei comuni sembra che i cittadini siano più avanti di molti amministratori locali.

Certo la riduzione del numero dei Comuni non è un’azione che si possa portare avanti con la forza. E nemmeno con strumenti di coercizione per obbligare a stare insieme coloro che insieme non ci vogliono stare. C’è bisogno, anche qui, di saggezza e di pazienza. Occorre prendere il tempo che serve, per motivare e convincere. Per far capire che un conto è discutere di identità e campanili, un altro conto è individuare la formula amministrativa più adatta per governare processi in difficile evoluzione. Serve soprattutto una volontà politica che presupponga una visione dello sviluppo locale della montagna nel lungo periodo. Non è detto e non sta scritto da nessuna parte che un Comune, in quanto piccolo, sia o possa essere gestito per questo motivo in maniera peggiore di un Comune di medie o grandi dimensioni (sempre con riferimento alla realtà regionale). Ma è indubbio che forme di cooperazione istituzionale, quale ad esempio l’Unione tra Comuni, oppure la Comunità di Valle se sarà pienamente realizzata come nelle intenzioni la riforma amministrativa del Trentino, possono favorire il confronto, ridurre gli attriti tra Amministrazioni, mettere a sistema le scelte, garantire economie di scala con risparmio di risorse economiche e con la contestuale valorizzazione di risorse umane. E dunque, possono offrire risposte migliori alla cittadinanza, in un contesto sempre più complesso. Per tornare al nuovo Comune di Comano Terme, il merito di questo risultato va senz’altro ascritto alle due Amministrazioni comunali, in particolare ai due sindaci, che qui desideriamo pubblicamente ringraziare per la dedizione totale verso questo obiettivo, ma anche alle giunte ed ai consigli comunali. Le vittorie non nascono mai per caso e raramente sono il frutto dell’impegno e del merito di una sola persona: anche in questa occasione la vittoria è stata il risultato di un lavoro ventennale – costato anche un altro referendum con esito negativo svoltosi nei primi anni novanta – dell’esperienza positiva affrontata attraverso lo strumento dell’Unione, della caparbietà e della costanza degli amministratori locali. 

Dicevamo dello strumento dell’Unione, propedeutico alla fusione. Ebbene, nel caso di Comano, così come a Ledro, si è dimostrato particolarmente utile quanto previsto dal legislatore regionale e che sembra semmai troppo poco conosciuto agli amministratori dei tanti Comuni trentini. Si tratta di uno strumento prezioso, da far conoscere di più e semmai da implementare ulteriormente di risorse, finanziarie ed umane. Le prossime elezioni amministrative potrebbero essere l’occasione giusta, per la Regione, per diffonderne maggiormente la conoscenza ed i benefici. Già, perché i casi di Ledro e di Comano non possono, non debbono rimanere isolati, ma debbono costituire l’esempio virtuoso al quale molte altre realtà locali potranno ispirarsi per fare un passo adeguato alle aspettative dei cittadini di una migliore gestione – più efficiente e sempre meno costosa – della “cosa pubblica”. Anche per questo motivo ci appelliamo alla Regione ed alla Provincia affinché non lascino soli i due nuovi Comuni appena istituiti. Perché, come un bambino appena nato, hanno bisogno di maggiore cura ed attenzione, affinché possano crescere sani e sicuri delle loro possibilità. E perché possano costituire un esempio virtuoso al quale potersi ispirare.

Per quanto riguarda il nuovo Comune di Comano Terme, va quindi ravvisato il ricorso ad un nome che per le Giudicarie esteriori è senza dubbio un segno di unità e di visione sovracomunale. Quando nel 1826 il dottor Giambattista Mattei donò lo stabilimento termale ai poveri delle Tre Pievi di Bleggio, Lomaso e Banale compì un atto di umanità e di lungimiranza assolute. L’acqua, bene pubblico per antonomasia, ancor più importante quando essa è curativa, è gestita da allora con visione e ricadute di valle. Per questo il nome di Comano, per il nuovo Comune, è di buon auspicio. Perché la nuova casa che si andrà a costruire dovrà e potrà essere abbastanza grande, solida ed ospitale per accogliere un progetto ancora più ampio di quello che ha portato alla fusione dei due Comuni. Un progetto che avrà bisogno dell’apporto di tutti e delle maestranze migliori. Bleggio Inferiore e Lomaso non hanno deciso di scomparire, bensì di donare la loro storia ed una parte della loro identità ad un fine più grande, che è quello di un comune unico delle Giudicarie esteriori, la Valle delle Terme di Comano, patrimonio collettivo che ora potrà essere ulteriormente valorizzato. Toccherà in particolare alle giovani generazioni raccogliere questa sfida, perché il nuovo millennio è il “loro” millennio… Ed in una valle che testimonia, peraltro anche qui curiosamente insieme con la Val di Ledro, la presenza millenaria dell’uomo delle palafitte, il ruolo di capoluogo del comune maggiore sarà assunto da Ponte Arche, il paese più giovane, sorto proprio lungo le sponde di quell’esile corso d’acqua – la Duina – che per lunghi secoli ha separato i destini delle genti delle Pievi del Bleggio e del Lomaso. Evidentemente questo paese aveva il destino scritto nel nome: poiché come ogni ponte, la sua funzione primaria è quella di collegare le sponde, di unire, di favorire gli scambi e la collaborazione.

Ovviamente, in questa occasione come in tutte le altre che si offriranno a quest’aula su questo argomento, il nostro voto sarà a favore, poiché siamo e saremo sempre al fianco di chi costruisce i ponti ed abbatte i muri, sia che si tratti di strutture fisiche o mentali. Non è un atto retorico quello di tirare in ballo la storia: perché per le vicende delle Giudicarie e del Trentino il superamento del confine secolare costituito dalla Duina è un evento che possiamo ben definire “storico”.

Per ultimo mi sia concesso – con una deroga al protocollo - un piccolo pensiero personale, poiché io sono nato proprio lungo le rive della Duina, figlio di un padre del Bleggio e di una madre del Lomaso e nel territorio del futuro Comune di Comano Terme stanno crescendo i miei figli. Quello che oggi si compie è la materializzazione di un piccolo sogno di gioventù, un sogno cresciuto con gli anni al mio fianco, poiché per me e per quelli come me le barriere geografiche – si tratti di un piccolo fiume, della catena delle Alpi, di un vasto oceano – non hanno mai costituito un fattore di divisione. Ho iniziato il mio percorso politico come amministratore di Bleggio Inferiore, nella primavera del 1990, mettendo al primo posto proprio la costituzione del nuovo Comune di Comano Terme. Dopo vent’anni ho il difficile onere ma il grandissimo privilegio di poter votare la sua legge istitutiva. In questo momento mi sento di dire solo una cosa, a tutti quelli che hanno lavorato per questo bellissimo obiettivo e per quelli che vorranno votare questa legge: “Grazie!”

 

     

Roberto Bombarda

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